La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio

  Il 24 gennaio 1807, per favorire una migliore distribuzione territoriale, il re di Napoli, Giuseppe Bonaparte (fratello del più famoso Napoleone), assegnò all’Università di Monte Pagano l’intera area Tordino – Borsacchio, che era governata dall’Università di Giulia Nuova.
Ne seguirono diversi ricorsi dei giuliesi, portati avanti fino al termine del cosiddetto “decennio francese” (1806 – 1815).
Ciononostante, le scelte compiute non furono più cambiate, e la fascia costiera Tordino – Borsacchio entrò a far parte della già esistente Marina di Monte Pagano.21

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Roseto, 20 giugno 2016: il Bollettino di Armando Diaz e la debacle di Enio Pavone

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A seguito della mancata vittoria dell’ex sindaco Pavone, cultore dell’agiografia, si aggiunge oggi un nuovo capitolo al libro “La Storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio”.

E parafrasando il generale Diaz, i miseri resti di quella che è stata la peggiore fra tutte le Amministrazioni rosetane, risalgono in disordine, e senza speranza, la pavoniana collina.

Che avevano disceso con arrogante sicurezza.

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Roseto degli Abruzzi, 3 giugno 2016

Dopo cinque anni di permanenza, sono ancora vivi e vegeti i gioielli di via Adriatica e di via Adige.
Che insieme a tutti gli altri, distribuiti, equamente, in città e nelle frazioni, arricchiscono il fascino di Roseto.
Rosetani e turisti ringraziano il sindaco Pavone, promotore del “Cambiamento…. in  peggio”.

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Roseto degli Abruzzi: la mattanza degli alberi e la chiusura della Stazione ferroviaria

Grazie al sindaco Pavone-Attila, e ai suoi sodali, via Colombo è diventata “Il deserto dei Tartari”.

E i maestosi pini fonoassorbenti, che durante la loro vita avevano regalato l’ossigeno, ed assorbito l’anidride carbonica, sono stati abbattuti e sostituiti da miseri alberi stuzzicadenti.

Eppure, anche a Pescara sono state abbattute 16 piante lungo il viale Regina Elena, ma saranno sostituite, grazie all’Amministrazione comunale, da 37 alberi con altezza minima di tre metri e mezzo, tra pini domestici e pini d’Aleppo.

Povera Roseto, diventata la Cenerentola dell’Abruzzo, dopo la vergognosa chiusura della Stazione ferroviaria e dei bagni pubblici, ignorata dal Sindaco e dalla Giunta comunale.

E quello che fu il Lido delle Rose è ormai sprofondato a livello dei paesi incivili, e i nostri antenati si staranno rivoltando nelle tombe.

Urge adesso uno scatto d’orgoglio per risorgere dal fango di quest’ultimo lustro, e le elezioni del 5 giugno possono diventare l’occasione per tornare all’antico splendore storico, naturalistico e paesaggistico.

Meditate rosetani, meditate!

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Attualità e Satira: il teatrino di casa nostra ripresenta “Roseto nel migliore dei mondi possibili”

Lo scenario si apre mentre, attorno ad un tavolo, sono seduti 4 attori, che dopo aver studiato le loro parti, iniziano ad immedesimarsi in 4 grandi personaggi storici: il monarca Pavoncello, il presidente del consiglio Nicolò, la ministra Urbana e il ministro Fornacella.

Ad un cenno del Re, il presidente Nicolò illustra la sua relazione: “Maestoso Sire, purtroppo la situazione ci sta sfuggendo di mano, in quanto la perfida opposizione continua a mettere in dubbio la nostra imparzialità e il nostro trasparente Piano Spiaggia, le Associazioni minacciano fuoco e fiamme per la mattanza degli alberi e il degrado della Riserva naturale Borsacchio, e i cittadini protestano in coro contro le strade e i marciapiedi dissestati, i segnali stradali dei lavori in corso mai iniziati, i semafori mal funzionanti e mal temporizzati, l’olezzo fognante di Roseto e delle Frazioni, le piste ciclabili sempre rinviate, l’incuria nella conservazione dei beni pubblici, ecc…,”.

Nel più assoluto silenzio, si alza in piedi il monarca Pavoncello, e dopo aver accarezzato la sua immancabile fascia tricolore, così si esprime: “Miei prodi vassalli, le pretestuose lamentele sono arrivate perfino all’interno della sacra reggia, e ho dovuto spremere le meningi per trovare tutte le soluzioni taumaturgiche, che elenco qui di seguito:

–   premetto, anzitutto, che non ho mai favorito gli amici degli amici, e solo ai cittadini, veramente meritevoli a nostro insindacabile giudizio, ho assegnato, a seconda dei casi, un appalto, un progetto, una concessione, un lembo di spiaggia, un’area protetta, ecc….;

–  riguardo al Piano Spiaggia, ribadisco che non sono state affatto cancellate le spiagge libere, doverosamente ridistribuite allo sbocco dei fossi e sopra i massi del litorale sud;

–  la mattanza degli alberi, già iniziata al Parco Bixio e a Via Colombo, continuerà in via Marina e nel Lungomare, in modo da realizzare 1.500  posti auto a pagamento, tutti perfettamente assolati: un traguardo mai raggiunto dalle città limitrofe, che farà  inorgoglire l’intera comunità rosetana;

– sulla Riserva naturale Borsacchio, sempre da noi professionalmente gestita, abbiamo anche onorato la promessa di ritirare i rifiuti accumulati e insaccati da 200 ambientalisti volontari;

–   per eliminare il dissesto delle strade e dei marciapiedi, e i segnali stradali dei lavori mai iniziati, ho deciso che le vie orizzontali saranno trasformate in parcheggi a doppia fila, mentre le strade trasversali convoglieranno il traffico verso la S.S. 16, l’unica abilitata alla circolazione delle auto;

–  sull’argomento semafori mal funzionanti, posso assicurare che saranno eliminati e rottamati, e i nostri pedoni e ciclisti, che sono abituati a guardarsi tra loro per decidere insieme il momento meno rischioso per l’attraversamento, potranno continuare a farlo a loro rischio e pericolo;

–  per liberare definitivamente la nostra città e le frazioni dall’olezzo fognante, ho già pronto un editto che obbliga i proprietari delle case a ripristinare i pozzi neri di antica memoria, e a vuotarli all’occorrenza durante le ore dedicate al riposo, da mezzanotte alle cinque del mattino;

–  riguardo alle piste ciclabili, continueremo con la strategia finora adottata, e durante l’inverno ripeteremo che nei mesi estivi sarà realizzato il Corridoio Verde Adriatico, mentre all’inizio dell’estate prometteremo che già alla fine dell’anno la pista ciclabile sarà pronta e collaudata;

–  sui beni pubblici, ormai pericolosi e fatiscenti, come la Villa Clemente, il romantico Pontile, il Campanile di Montepagano, la Fonte dell’Accolle, gli Antichi Percorsi, ecc…, siamo già pronti a transennarli tutti, al fine di evitare la responsabilità per la cattiva e/o omessa manutenzione”.

E mentre scende il sipario, gli attori si abbracciano, e tenendosi per mano iniziano il girotondo cantando a squarciagola l’inno del regime: “Siamo noi, solo noi, i migliori di Roseto siamo noi”.

 

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Alla mia Roseto in ricordo di un Amore (Sciagurato è quel popolo che cancella il suo passato)

Hai appena compiuto 156 anni, e sei rimasta affascinante fino al termine del 1900.

Purtroppo, specie in quest’ultimo lustro, i solchi delle rughe sono diventati più profondi e non rimarginabili.

Cos’è accaduto? Che fine ha fatto la tua malia raccontata dagli storici Raffaele D’Ilario, Arnaldo Giunco e Luigi Braccili?

I tuoi luoghi più belli, che sembravano immutabili, hanno subito ripetute devastazioni e sono spariti filari di pini ed altre piante autoctone, per far posto alle invasive colate di cemento.

Sparite, per lo stesso motivo, le ville patrizie e le modeste case contornate da roseti ed oleandri.

Sparito l’incomparabile belvedere a mare in stile classico, fortemente voluto negli anni 30 da due amministratori lungimiranti, Pier Giuseppe Di Blasio e Archimede Carusi.

E oggi i miei occhi vedono un’interminabile distesa di auto e camper fin sulla spiaggia.

Sparite “ad ovest colline in dolce declivio, ingentilite da viti, olivi e frutti”, che il patriota Ciro Romualdi così ben descrisse.

E continuano a spuntare nuove costruzioni che deturpano le stupende visioni di quelle alture.

Sparito il suggestivo sentiero mattonato, sottostante alla villa De Angelis, dove scendevano i contadini per portare al mercato raccolti e pollame.

E incrociavano i marinai che salivano a rifornirsi di rami spinosi di acacia, legati poi al fondo delle reti a strascico per proteggere dai delfini il sacco e la pescata.

Spariti la Marina di Montepagano e il Lido delle Rose, che attiravano tantissimi turisti di qualità quando il mecenate Giovanni Thaulero ti volle “modernamente civile”.

E diventasti il numero uno tra le località balneari limitrofe.

Sparite le opere artistiche degli scultori  Daniele Guerrieri e  Roberto Macellaro, che abbellivano Piazza Dante Alighieri.

Spariti gli splendidi paesaggi immortalati da Pasquale e Raffaello Celommi, i pittori della luce.

E da artisti e scrittori eccellenti, vincitori di Premi nazionali e internazionali, che ci parlano dalle pagine e dalle immagini del prestigioso volume “Roseto nella cultura italiana ed europea”, redatto dal giornalista e scrittore Luigi Braccili.

Sparite le mirabili dune che impreziosivano il litorale a nord del torrente Borsacchio.

E ad estirpare la flora spontanea, e a livellare la spiaggia, ci hanno pensato i proprietari delle aree costiere, passandoci sopra con le ruspe.

Colpevolmente fatiscenti la Villa Clemente, il romantico Pontile, il campanile di Montepagano, il monumento ai Caduti del Mare e le strade di accesso alla Fonte dell’Accolle e agli Antichi Percorsi.

Devastato dalla Consorteria degli Affari, con il benestare della famiglia Mazzarosa-Devincenzi, il meraviglioso Parco a Mare, già individuato come Monumento Naturale dell’Abruzzo per le sue importanti e rarissime tracce naturalistiche e paesaggistiche.

E il patriota Giuseppe Devincenzi, protagonista del Risorgimento italiano, e più volte ministro del Regno d’Italia, che si rifugiava spesso nella serenità della sua oasi, si starà rivoltando nella tomba.

Riperimetrata, scelleratamente, la Riserva naturale Borsacchio, che doveva diventare la componente essenziale del nostro marketing territoriale.

Che avrebbe assicurato un futuro migliore ai nostri figli e nipoti.

Rimosso, e fatto sparire dal lungomare, il monumento realizzato da Luigi Celommi per celebrare l’arrivo della linfa del Gran Sasso.

E tuttora ci viene fornita, e tariffata come sorgiva, l’acqua del Vomano e dell’invaso di Piaganini, disinquinata nel potabilizzatore di Montorio e clorata nuovamente nel partitore di Campo a Mare.

Inquinata pure l’acqua del Tordino, che continua tuttora a trascinare verso il mare i rifiuti dell’ex discarica di Coste Lanciano, seppelliti lungo l’argine del fiume.

E ci pensano poi le mareggiate a distribuirli su tutta la spiaggia, da Cologna fino al Vomano.

Sparito il polmone verde di Viale Makarska, diventato un cumulo di casermoni così orrido da suscitare lo sdegno e la riprovazione dei rosetani e dei turisti.

Ed anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, venuto a presentare il libro “L’Italia delle meraviglie”, commentò con la frase: “Cementificazione selvaggia e svalutazione del patrimonio artistico e culturale”.

Estromessi, dall’area protetta, il torrente Borsacchio e la sua foce, dove una stele doveva onorare, come a Bosco Martese, l’eroismo dei nostri patrioti.

Che al giogo tedesco preferirono il rischio della vita per riabbracciare la Libertà.

Perfino lo svettante campanile della Chiesa Santa Maria Assunta, che ci identificava, è stato compresso, nascosto e sfigurato da uno degli innumerevoli ed anonimi palazzoni.

Tanto per cambiare, e a differenza delle precedenti Amministrazioni, l’attuale Sindaco, e gli assessori, hanno sempre dimenticato di festeggiare, nel centro storico, il tuo compleanno.

Che ci ricorda la tua nascita, avvenuta il 22 maggio 1860.

Amareggiato da tanto squallore, e mentre mi accompagnano le note del Nabucco: “Oh mia patria sì bella e perduta”, ripercorro l’abituale cammino degli anni giovanili.

E le parole che mi vengono alle labbra sono quelle vere di un tempo, e ho tanta voglia di sentirle nuovamente: mare terso dai colori cangianti, spiagge silenti e infinite, vegetazione rigogliosa fin sulla riva, colline verdi e ondulanti …..

Scenari incantevoli, che si facevano ammirare, con trepidazione, quasi nel timore che l’incanto svanisse.

Mi fermo, rifletto e chiedo a te, che sei stata la mia culla e il mio primo Amore: i tuoi invidiabili attributi creavano solo effetti estetici che non incidevano sulla nostra vita?

No sicuramente. La tua straordinaria bellezza appagava la nostra esistenza, ci inorgogliva e resterà per sempre nei nostri ricordi e nei nostri sogni.

Comprendo adesso le ragioni per cui i cari luoghi non mi salutano più, non mi riconoscono ed io non li riconosco.

Tutto è irriconoscibile, il nostro passato è stato cancellato.

Niente è stato rispettato dai politici, amministratori comunali, committenti e speculatori, che con i loro specchietti per le allodole, si sono autonominati promotori del “cambiamento”.

E continuano a frequentare il tempio, nonostante le Chiese cristiane “considerino un scandalo e un crimine il danno irreversibile arrecato al Creato, dono di Dio, e all’Ambiente naturale, patrimonio di tutti gli esseri viventi”.

(dal libro “La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio” opportunamente aggiornato)

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L’alba dei nostri giorni: il 22 maggio 1860 nacque Roseto degli Abruzzi

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Oggi, 22 maggio 2016, ricorre il 156° compleanno di Roseto, nata da una costola di Montepagano.

E come negli anni scorsi, la ricorrenza è stata ignorata dall’attuale Amministrazione comunale.

Un’Amministrazione imbelle ed aliena, che nel corso della consiliatura ha sistematicamente dimenticato di onorare  il 25 aprile e il 15 giugno, che ci ricordano i sacrifici dei patrioti rosetani e la liberazione di Roseto da parte delle Forze Alleate.

Così facendo, e con la distruzione del nostro patrimonio storico, culturale, naturalistico e paesaggistico, tanti politici, amministratori, committenti e speculatori continuano a cancellare il nostro passato.

Unitamente alla grande bellezza che appagava la nostra esistenza, ci inorgogliva e rimarrà per sempre nella nostra memoria e nei nostri sogni.

Ne discende che, qui da noi, potrebbe avverarsi l’infausto vaticinio dello scrittore Cormac McCarty: “Orba della qualità della vita, si dirà un giorno che della nostra gente non esiste alcuna traccia, alcun discendente, alcuna incarnazione, e il ricordo degli antenati sarà soltanto polvere”.

E per non dimenticare, una pietra tombale dovrebbe indicare gli oltraggi subiti e i nomi di tutti i responsabili.

Per additarli, dal primo all’ultimo, all’unanime esecrazione.

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Il Comune di Roseto, la Legge n.113/1992 e la lettera inviata da Italia Nostra al Prefetto

Oggetto: Legge 29.1.1992, n. 113. Richiesta verifica attuazione da parte del Comune di Roseto

La Sezione Italia Nostra di Atri – articolazione dell’Associazione O.N.L.U.S., costituita a livello nazionale e riconosciuta con D.P.R. 22 agosto 1958 n. 1111, portatrice di interessi diffusi in materia ambientale – espone alla S.V. quanto segue.

La Legge in oggetto affida ai Comuni diverse competenze finalizzate allo “sviluppo degli spazi verdi urbani”. Al riguardo si segnalano in particolare:

a) l’art. 1, comma 1, secondo il quale, “in attuazione degli indirizzi definiti nel Piano forestale nazionale, i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti provvedono, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente, e di ciascun minore adottato, a porre a dimora un albero nel territorio comunale”

b) l’art. 3 bis, comma 2, il quale dispone che “due mesi prima della scadenza del mandato, il Sindaco rende noto il bilancio arboreo del Comune, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica, rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza”.

Come è noto, il prossimo 5 giugno la cittadinanza di Roseto degli Abruzzi sarà chiamata a rinnovare, per scadenza naturale del mandato, il Sindaco e l’intero Consiglio comunale.

Scriviamo la presente perché non ci risulta che il Sindaco di Roseto degli Abruzzi abbia provveduto a rendere pubblico il “bilancio arboreo” del Comune, né, tanto meno, che siano stati messi a dimora, sul territorio comunale, alberi per ciascun bambino nato o adottato.

Per dissipare questo nostro dubbio, siamo certi che vorrà disporre un rapido accertamento presso il Comune di Roseto degli Abruzzi, per verificare l’effettivo adempimento di quanto previsto dalla suddetta normativa.

In attesa di avere un Suo cortese riscontro – che speriamo possa attestare che il Comune di Roseto degli Abruzzi abbia adempiuto alle prescrizioni di legge, per il bene e la qualità della vita dei cittadini – inviamo ossequiosi saluti.

Atri, 17 maggio 2016

Il Presidente

Domenico Zenobio

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Roseto degli Abruzzi: risorge la Riserva naturale regionale guidata Borsacchio

(dopo la scellerata riperimetrazione effettuata per favorire la Consorteria degli affari)

E adesso, grazie al nuovo Commissario rosetano, anche i nostri giovani potranno aspirare ad un futuro migliore.

Purtroppo, in quest’ultimo lustro, l’attuale Amministrazione comunale ha totalmente disatteso il comma 5 delle L.R. n.6/2005 3 n. 29/2012, che così si esprime: “Entro 90 giorni, il Comune di Roseto deve elaborare un progetto pilota finalizzato all’occupazione di disoccupati ed inoccupati”.

E, conseguentemente, sono andati perduti i finanziamenti regionali e i contributi europei, pari ad oltre un milione di euro.

Riguardo alle foto allegate, le didascalie sono le seguenti:

–  Ieri, 5 gennaio 2014, insieme come sempre, con le bandiere del WWF, che rappresentano tutte le Associazioni ambientaliste

– Oggi, 15 maggio 2016, uniti più di allora, con le bandiere di Italia Nostra, che rappresentano tutte le Associazioni ambientaliste.

Dopo il sit-in un'altra data 5-1-2014Riserva Borsacchio 15-05-2016

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Roseto degli Abruzzi, 11 maggio 2016: lettera aperta all’Amministrazione comunale

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Spett.le Comune di Roseto – II Settore Tecnico

Quando si percorre Roseto, e le sue frazioni, si incontrano spesso tanti segnali stradali, che avvertono i passanti del pericolo, e dei lavori in corso… mai eseguiti.

Questa foto ritrae uno di quei segnali, posato nella centralissima via Adriatica, per coprire una buca dove è cresciuta anche l’erbetta.

Ne consegue che nella stessa via, i pedoni, non potendo usufruire dell’intero marciapiedi, sono  costretti ad avventurarsi, a loro rischio e pericolo, in mezzo all’intenso traffico stradale.

E i pedoni giornalieri sono tantissimi: ci sono oltre un migliaio di studenti, le mamme con le carrozzelle e con i bambini dell’asilo nido, i diversamente abili e i malati, accompagnati alla ASL dai badanti e dai parenti, parecchie centinaia di cittadini che frequentano gli uffici e i laboratori di analisi cliniche pubblici e privati, tante donne anziane che vanno a messa dalle suore, ecc…,ecc…

Naturalmente, in via Adriatica, che connette il capoluogo con le frazioni collinari, passano ogni giorno, in auto o a piedi, gli amministratori comunali, i consiglieri comunali, i tecnici comunali, i vigili urbani, ma nessuno di loro si è mai vergognato.

Eppure, per ripristinare il marciapiedi, basterebbe un’ora lavorativa di un muratore.

E forse, siccome siamo in periodo elettorale, è arrivato adesso il momento giusto per riparare quella buca che offende i rosetani.

Ringrazio anticipatamente.

P.S.: lettera bollata in data 11 maggio 2016 dall’Ufficio Relazioni Pubbliche del Comune di Roseto.

 

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