Lo scenario si apre mentre, attorno ad un tavolo, sono seduti 4 attori, che dopo aver studiato le loro parti, iniziano ad immedesimarsi in 4 grandi personaggi storici: il monarca Pavoncello, il presidente del consiglio Nicolò, la ministra Urbana e il ministro Fornacella.
Ad un cenno del Re, il presidente Nicolò illustra la sua relazione: “Maestoso Sire, purtroppo la situazione ci sta sfuggendo di mano, in quanto la perfida opposizione continua a mettere in dubbio la nostra imparzialità e il nostro trasparente Piano Spiaggia, le Associazioni minacciano fuoco e fiamme per la mattanza degli alberi e il degrado della Riserva naturale Borsacchio, e i cittadini protestano in coro contro le strade e i marciapiedi dissestati, i segnali stradali dei lavori in corso mai iniziati, i semafori mal funzionanti e mal temporizzati, l’olezzo fognante di Roseto e delle Frazioni, le piste ciclabili sempre rinviate, l’incuria nella conservazione dei beni pubblici, ecc…,”.
Nel più assoluto silenzio, si alza in piedi il monarca Pavoncello, e dopo aver accarezzato la sua immancabile fascia tricolore, così si esprime: “Miei prodi vassalli, le pretestuose lamentele sono arrivate perfino all’interno della sacra reggia, e ho dovuto spremere le meningi per trovare tutte le soluzioni taumaturgiche, che elenco qui di seguito:
– premetto, anzitutto, che non ho mai favorito gli amici degli amici, e solo ai cittadini, veramente meritevoli a nostro insindacabile giudizio, ho assegnato, a seconda dei casi, un appalto, un progetto, una concessione, un lembo di spiaggia, un’area protetta, ecc….;
– riguardo al Piano Spiaggia, ribadisco che non sono state affatto cancellate le spiagge libere, doverosamente ridistribuite allo sbocco dei fossi e sopra i massi del litorale sud;
– la mattanza degli alberi, già iniziata al Parco Bixio e a Via Colombo, continuerà in via Marina e nel Lungomare, in modo da realizzare 1.500 posti auto a pagamento, tutti perfettamente assolati: un traguardo mai raggiunto dalle città limitrofe, che farà inorgoglire l’intera comunità rosetana;
– sulla Riserva naturale Borsacchio, sempre da noi professionalmente gestita, abbiamo anche onorato la promessa di ritirare i rifiuti accumulati e insaccati da 200 ambientalisti volontari;
– per eliminare il dissesto delle strade e dei marciapiedi, e i segnali stradali dei lavori mai iniziati, ho deciso che le vie orizzontali saranno trasformate in parcheggi a doppia fila, mentre le strade trasversali convoglieranno il traffico verso la S.S. 16, l’unica abilitata alla circolazione delle auto;
– sull’argomento semafori mal funzionanti, posso assicurare che saranno eliminati e rottamati, e i nostri pedoni e ciclisti, che sono abituati a guardarsi tra loro per decidere insieme il momento meno rischioso per l’attraversamento, potranno continuare a farlo a loro rischio e pericolo;
– per liberare definitivamente la nostra città e le frazioni dall’olezzo fognante, ho già pronto un editto che obbliga i proprietari delle case a ripristinare i pozzi neri di antica memoria, e a vuotarli all’occorrenza durante le ore dedicate al riposo, da mezzanotte alle cinque del mattino;
– riguardo alle piste ciclabili, continueremo con la strategia finora adottata, e durante l’inverno ripeteremo che nei mesi estivi sarà realizzato il Corridoio Verde Adriatico, mentre all’inizio dell’estate prometteremo che già alla fine dell’anno la pista ciclabile sarà pronta e collaudata;
– sui beni pubblici, ormai pericolosi e fatiscenti, come la Villa Clemente, il romantico Pontile, il Campanile di Montepagano, la Fonte dell’Accolle, gli Antichi Percorsi, ecc…, siamo già pronti a transennarli tutti, al fine di evitare la responsabilità per la cattiva e/o omessa manutenzione”.
E mentre scende il sipario, gli attori si abbracciano, e tenendosi per mano iniziano il girotondo cantando a squarciagola l’inno del regime: “Siamo noi, solo noi, i migliori di Roseto siamo noi”.